Oggi mi sono messo
l'abito della mestizia
così che anche lo capo mio
si pieghi verso il basso
per esser, senza profferir parole alcune
visto e compreso
dalle persone che seguo.
Silenzioso, verso la chiesa della Redenzione
amici, conoscenti e poi parenti
siam qui per dar l'ultimo a DIO
de nostri stenti.
Il canto forte della chiesa
non basta a farci trovar voce
e tremuli sussulti ci fan sedere
o stare in piedi,
parole ora risuonano nell'eco
d'organo dell'altare
ma io non sento quasi nulla
penso e neppur so a che cosa,
la mente vaga, sola
nell'aere di mestizia
ed ora che ci lascia rivedere dopo la Santa acqua
l'odor del fiore morto
è un trillo che par d'un grillo
ci fan lasciare con falsa calma
il luogo del non desìo.
Fuori la luce non da sollievo
l'abito pesa
la mestizia non si è arresa
e a capo chino qualche parola di saluto
come rivoli d'acqua piovana
ognun prende la via di casa
uno soltanto credo resti scosso
partir adesso è un po' come morire.