ho abitato
tra gli immensi spazi del dolore
l'azzurro di inattese voluttà
nel corto circuito di sensibilità inattese
con il tonfo inquietante dello spirito novello
passato dalla cruna dell'ago delle mie infantili ribellioni
ho abitato
l'incanto pervertito di emozioni sottaciute
nella magica follia di un teatro balinese
come splendida poesia tutta rinchiusa
nel linguaggio di piccoli segni evanescenti
ho abitato
lo sgomento dell'anima stranita
per la crudeltà delle mille partenze
verso l'amara terra mia, l'amore,
madre eterna e pietosa dal ventre sempre gravido di voglie
tra gli instancabili viaggi della memoria
legata al cordone ombelicale dei miei sogni
ho abitato il cuore testardo mio di donna
nella forza, nel mistero,
della mia carne, delle mie guerre
con incredibile dolcezza, pesante leggerezza
abito la delizia d'essere
rivelazione e meraviglia
del mondo nuovo che solo da me verrà.