Fingo l'arte
come un pittore senza tela
case senza finestre
bandiere senza vento.
Ho amato la mia solitudine
bevuto goccia a goccia notti di sgomento
illuminato ogni angolo buio
di una ragione senza ragioni;
L'ho vissuta come colpa
come atti impuri in una chiesa
scacciata ed odiata
ma sempre lei è tornata
fedele
lusinghiera
a consolare le mie mani.
E tu,
alta e splendente
di picchi innevati e luminosi silenzi
sei fiume in piena
sei canto di sirena
argine al mio straripare
mi hai rubato a me stesso
svelando orizzonti
che i miei occhi bianchi
non distinguevano.
Ora che avvolta di vento sei polline della sera
ora che sei eco e non più voce
il profumo della tua pelle lontano
evanescente come sogno
la mia solitudine ancora mi reclama
ma non più io
sono orfano di me stesso.