Nel deserto dei desideri risorge come l'araba fenice. Scelgo fra i colori ed i profumi un fiore. Il fiore della vita da posare sulla nuda terra dove riposa. Il tempo mio scorre veloce. Cerco sempre quel volto nel passato. Aleggia il suo spirito, e come ombra nei giorni bui mi accompagna. Tutto posso perdonare al mio eroe, ma non la morte. L'eroe non muore, non può morire. Spariscono le croci. Fatue fiammelle rischiarano la strada guidando i miei passi. Volti conosciuti in attesa: una parola, un pensiero, una preghiera. Uno strano smarrimento mi prende. S'intenerisce il cuore. Ancora come allora scendono irrigando il viso. Gli dono un mazzo di rose. Mi guarda, sorride. Lo rivedo nei giorni della mia infanzia. Si aggira per la casa. Non ha spada né scudo, solo una scopa ed un vecchio straccio umido per spolverare. Felice, seduta vicino al camino, sferruzza a maglia. Si, mia madre, ecco il mio eroe. Mi ha dato la vita, dedizione e rinunce. È lei il mio eroe. La mia eroina. Droga del mio cammino.