Amavi scrivere, per te era tutto.
La vita, l'aria da respirare, il sogno
che quella brutta guerra finisse presto.
Era il tuo correre per i prati
il tuo viaggiare, il tuo modo di amare,
ogni emozione provavi
su un foglio la imprimevi.
Da quando ti regalarono quel diario,
per il tuo tredicesimo compleanno,
hai iniziato a scrivere e quando
questo era tutto pieno
qualsiasi foglio avessi per le mani
diventava il depositario
della tua triste realtà
Scrivevi i tuoi pensieri, i tuoi desideri
ma anche favole e racconti.
Speravi venissero pubblicati
ma purtroppo la crudeltà
di una guerra ingiusta e feroce
ti ha riservato una morte precoce,
in un martirio che non è stato
solo il tuo e che ti ha visto morire
poco prima che arrivassero a liberarti.
È stata dura la prova a cui
ti ha sottoposto la vita,
reclusa tra quattro mura,
senza poter fiatare,
senza neanche poter vedere
la luce del sole,
per non farti trovare
nel tuo rifugio dall'orrore.
Quel diario ora ti ha reso immortale
e nel leggerlo continua a farci ben meditare
di come l'uomo possa perpetrare del male
verso i propri simili, senza alcuna pietà,
senza nessuna logica o spiegazione,
solo in nome di una assurda ragione.