Nello spazio ordinato
di un disordine naturale
il vento s'incontra con le spighe e il papavero
le spezie e il ciclamino dominano nell'aria
gli occhi di chi ami sono sinceri e vivi
Nello spazio del sole
re in cielo
e del mare
imperatore dello scoglio
ritrovo me stessa
quella parte di me che vive
nel respiro senza polvere
nel polline in turbinii per le stelle
In tutto questo ieri
in tutto ciò che il tempo non ha scalfito
il dolore non ha cambiato
la vecchiaia ha reso imperituro
Io
sento di non poter morire
sento che nessuna pioggia acida
o attesa
nessuna strada fangosa
o fretta
potrebbero mai togliermi
Niente potrebbe mutare
poiché tutto diverrà conchiglia
e si getterà polvere nel mare
tutto sposterà soltanto i propri sogni
senza mai nemmeno sfiorarli
tutto sarà pioggia dolce e scrosciante
sotto la luce di un lume
baciata da una falena