Sarà da affranti figli ereditata
la polvere d'una galassia spenta
dalla violenza cieca e disperata
di chi del nostro Sol non s'accontenta.
Di nostra schiatta il mal sí tanto offende
che pure rese l'animo distrutto.
Ma forse un altro mondo ancor c'attende,
ove l'immensità cancella il lutto.
Sul filo dei pensieri più contorti,
sulla trincea di vincitori e vinti
non splende il senno ch'è solo dei morti;
l'umano odiar diletta i cari estinti.
Non abbisogna di pene o sentenze
l'abisso che sovrasta onesti e scaltri.
Nel gorgo delle logore coscienze
alfin cadrò; cadran con me mill'altri.