La fiamma vivente è sì più forte
in me, ora che stringo l'infinito
ed il nulla tra le mie mani torte,
stanche d'afferrar ciò che è finito.
Ambo l'occhi miei furiosi la morte
mirar, son resi rossi dall'attrito
che rigirando fanno in più distorte
strida verso il sogno, ultimo mito
rimasto, ch'è nel decoro l'unico.
Mosso dalla vampa, creo, ma strappato
da lei, fuggo nell'ameno vento amico
sull'orme mie focaie, che il reo fato
nascose, della libertà nemico
e dell'ardore immenso in cui son nato.