Che dirti Siena
mentre raccogli nel pettine
il fitto dei vicoli e dei passi?
L'umido dei tuoi pertugi
gorgoglìo di Fontebranda
la trama delle lane
come un tempo.
E salgono i colpi di tamburo
nel cuore dell'aprile cortigiano
vociare di ragazzi già scomparsi
dietro la salita e al sottopasso.
Il loro scivolare sui gradini
Ed il vino sprecato tra le pietre.
Che fu della tua luna, Siena?
Alla gagliarda torre di rimando
così rosso il cotto dell'assito
al fiore del glicine incalzava
a farmi ricordare il suo respiro.