Ne aveva novanta ma non li mostrava
una sola stagione un solo pensiero
restava ai cinquanta e se ne vantava,
da buon seduttore seguiva il sentiero.
Suadente le disse: "Se vuoi io ti sposo"
ti sposo domani e ti porto a Parigi".
Era ciò che voleva la bionda moldava,
ormai s'avverava progetto e prodigi
c'ormai da tempo così programmava.
Passarono i giorni da allegri e beati:
premure di un lui, di uomo gaudente,
lei con l'impegno per due innamorati.
Agiato il futuro colei programmava,
vantaggi e calcoli da gran fiscalista,
da tempo in segreto lei conteggiava.
Predisposero il giorno, inviti, la lista,
albergo, vestito, pranzo e l'orchestra
tre giorni soltanto alla data fissata.
Come ogni mattina, aprì la finestra
per dargli il saluto di buona giornata,
non cenni di lui e imposte socchiuse
sotto il portone la gente accalcata.
Scese correndo, cercò, si confuse.
"È morto mia cara, è finita la festa."
Sorpresa, stupita, mirò fisso avanti,
girò su se stessa e piegata la testa
tornò verso casa con ira e rimpianti.
"Ti porto a Parigi, domani ti sposo",
un tal strepitò: eterno riposo".