... e giunge invocata la sera.
Ancora calda la zappa,
riposta su quella ringhiera;
e il rosso nel viola scappa.
Accorrono lente le stelle,
nel loro statico moto.
Tra le siepi mille fiammelle,
che non v'è angolo vuoto.
S'accende un allegro concerto:
di grilli un pigro gridare,
tra fratte nel campo deserto;
dai fossi un gran gracidare.
Là, su quella vite nodosa,
dorme uno scarno galletto.
Là, per una pozza fangosa,
l'anitra col piccoletto.
Si sente un tepore lasciato
dalle scorse ore diurne...
Attorno ad un faro isolato,
van le farfalle notturne.
... e questo vento, così cupo?
Mi scuote e mi passa appresso,
poi mugola giù dal dirupo,
presso un umido cipresso.