E ti chiedi
mentre la tua guardia
inesorabilmente si abbassa
nelle pesanti braccia di un gorilla ormai preda della sua fortuita deriva
- da quell'occhio tumefatto a sinistra non vedi più in tempo i colpi destri del tuo avversario ma nella tua ingenuità da sempre non li hai mai visti partire
li hai solo sentiti arrivare anche a volte mascherati da guanti di velluto -
le tue gambe sono tronchi sempre più legnosi nel saltellare fra pozzanghere di sudore e sangue
cosa è stato a spingerti alle corde
la rabbia la fame il non lavoro il colore della tua pelle il malessere esistenziale di essere un figlio senza strada con un fegato troppo ingrossato dal bere
la gloria di un anello
nel fare a pugni di un Amore fra mistico e sensuale
e
sentire dentro di te come massimo peso di un pugno finale
l'anima volare con le ali inerti di una fastidiosa mosca