Un giorno
quando sarai stanco di affogare i confini delle Tue alghe azzurre fra i globuli di meduse nere e bianche
prenderai
- dopo aver fatto firmare una petizione a sette milioni di sorrisi dementi per mandare in esilio nella repubblica di Platone e nella città del sole di fra Campanella ( anche se non abbastanza spontanee per il palato del Tuo gusto)
tutti i presidenti monarchi del mondo a suonare le campane di un brutale risveglio
"nell'isola di Taprobana gli abitanti lavorano per sole quattro ore al giorno" a sbucciar banane e questo tanto basta per vivere occupando il loro tempo nell'oziare di un divino sapere
vivono la vita in uno splendido godere
da Walden a Thoreau mi disse la libertà della voce un Sioux impegna quattro giorni della sua vita per farsi una casa
un americano 20 anni di mutui -
la follia
per mano
la Sua la Tua
o la prima che ti passa per l'anticamera del cervello con un fiore da ultimo tango di antimateria in bocca
e la poeterai sull'ultimo scoglio
dell'ultimo oceano
ed in ultimo commiato
Le dirai
" Ad esso urla
in un frastuono filisteo
strepita
nei Tuoi "san-sonici "sensi
distruggi ed illumina il tempio del mondo