Per quelle represse,
che tutto subivano
e per nulla godevano,
ero uno scandalo.
Pure il mio più banale sandalo
suscitava il loro sdegno,
chiuse dietro le sbarre di se stesse,
cresceva sorda la rabbia.
Per i capelli m'avrebbero acciuffata,
non è che non ne avessi
alla Gorgona somigliavo.
Avevo dalla mia il ghigno della sfida,
la protervia della gioventù,
seni sodi e sfacciati, liberi da reggiseni,
l'ancheggiare ignorante
perché non era importante.
Avevo la voglia di vivere
che non mi ha mai abbandonato,
nonostante la vita m'abbia provato.
Un bel malocchio hanno confezionato,
un dolore che non ha confini,
per piegare la mia testa,
per uccidere la mia gioia.
Ma io sono la fenice
... risorgo sempre
e mi sento esaltante!