T'accechi nel bruciante
delirio d'impotenza.
Bussò alla tua esistenza
il mal d'acerbi giorni:
sei solo, fosti amante.
Più nulla ormai colora
la tela dei ricordi.
Sembra affogar la vita
nel pianto di mezz'ora,
nell'estasi tradita.
Pur stenti a rimirarti:
la tua illusion di stolto
è fuor d'ogni perdono
ché sfigurato è il volto
graffiato d'abbandono.
Saperla con un altro
è troppo da vedere,
è troppo per uscire.
Null'altro brami avere
né ti saprà stupire.
Ben lesta fu a calarti
la mietitrice pena
sull'anima un sudario;
sulla tua lieta scena
calò un triste sipario.
Ti chiedi se hai sbagliato,
se il tempo t'ha beffato
o un dio che or maledici.
Pur chi vuole capirti
releghi tra i nemici.
Il mondo è come un mostro,
non sa cos'è pietà.
Quest'abito d'inchiostro,
lo spero, nel coprirti
tepor ti porterà.