Galeotto, dove sei?
Eri con Ginevra e Lancillotto,
eri per i libri con Paolo e con Francesca.
Io ti cerco ed ogni male accetto,
e anzi ho il desiderio d'ogni punizione.
Vieni, Galeotto, oh principe maledetto,
tu che porti messaggi d'amore,
per quelli ch'han perduto la ragione,
va' da lei, dille di seguirmi quando non c'è lui,
dille che per anni innamorato e tormentato fui,
dille che Amore mi perseguita per lei,
che i suoi occhi così belli hanno trafitto i miei,
ch'essi il mio cuore hanno distrutto.
Dove sei, principe Galeotto?
Vieni, corri, mentre perdo l'intelletto,
aiutami a mettermi nei guai.
Per cancellarla ho fatto tutto,
però ella mi tormenta ancora il sonno,
finché non persi il senno
al punto che spesso non desidero più averlo,
lei distrugge ogni mio folle e dolce sogno.
Dove sei, mio grande e unico amico?
Se il gran Poeta t'inserì negli inferi
come i due amanti,
ora t'invocherò dal Paradiso:
oh, angelo liberator dei miei tormenti.
Svelale ogni cosa,
dille che per la mia slealtà le chiedo scusa,
lei è così incantevole
che nulla, al suo cospetto, è Venere!
Dille che se non mi vuole,
ella mi può strappare il cuore.
Così che, non avendolo più in petto,
non dovrò più sopportarne il peso,
non essendone costretto
e finalmente io potrò trovar riposo.
Ma è inutile sognare:
qui non c'è Galeotto,
non mi posso più ingannare:
io non sono Lancillotto.
Così Ginevra resta col suo re,
e Camelot non crollerà per me
che muoio lentamente
nell'attesa di rinascere.