Sull’argine dei giorni scivolo,
vivo in terra di confine,
scruto graffi di luoghi andati
e di parole svelate.
Resto trafitta
da inattesi vortici d’aria,
gli occhi socchiusi
per annacquare emozioni,
ingoiare un dolore trasparente
che voglio fare mio.
Infine ritorno
- ogni volta a me -
nel giaciglio di pensieri dispersi,
inviolabile rifugio dei miei disordini
inseguendo una rinascita,
una sospesa verità.