In principio v'era il nulla.
Pazienza attendea placida s'un pietrone
ch'il tutto cominciasse a fiorire.
Sbocciò la prima glauca e brinata gemma
e Pazienza sentì crescere nel petto qualcosa.
L'aperse stirando i lembi cerei de la pelle,
e da essa ne scaturì festante Gioia.
La fanciulla danzò fino alla fin del giorno,
quando mesta oscurità l'avvolse a tondo.
La bella s'accorò molto e pianse assai,
e da le lacrime che l'avean disciolta al suolo,
crebbe stanca Tristezza, menando seco Dolore.
Quand'ecco apparir dall'ombra un altr'omo,
pallido e nudo come Vita l'avea criato.
Tristezza, ora gaudente, non sentendosi più sola,
ebbe in grado la sua giocosa compagnia,
e Dolore, ormai abbandonato pel mondo,
spirò nutrendo belle piante e forti fiere.
Intanto quella bella e trista fanciulla di pria,
era divenuta Piacere, giacchè godea dell'amicizia.
Tuttavia, un mesto giorno il caro compagno
era divenuto insofferente all'occhi di Piacere,
poiché egli s'era accompagnato ad altr'omini
che facean razzia di Natura e de le bestie tutte.
Così, la fanciulla un tempo nera e seria
fu divorata da Ira, la quale, oltremodo satolla,
vomitò Odio. Da allora egli detestò ogni creatura,
e assieme a Violenza e Dolore, nuovamente
risorto da Morte grazie al potere del Male,
si dedicò alla cruda vendetta di Natura.