Di quella gran forza
Che l’universo possiede,
arduo è trovare
nelle parole
il punto ed il segno
del suo volere
Parole e suoni
Che di superbia peccate,
l’immenso è fuori
dai vostri triangoli.
Prigioniere di voi stesse,
nascoste nel buio
dei vostri immortali schemi
ferme ed immutabili, restate.
Il quadro che passa, cieco,
è ben noto alla vista,
il suono lo illumina
e fiducia cogliete.
Il mistero invece non vi appartiene.
Le parole diventano spente,
i colori muti,
la luce scompare,
la notte l’avvolge.
Il cerchio ed il triangolo
Sono lontani, i numeri
muoiono, l’infinito
Emerge, copre d’immenso
L’arida strada.
Giovane moderno
Che fiducia in quel uomo
Ancora riponi, forma e senso
Non trovi, forse perché
Di alfabeto sbagliato,
ormai superato,
ancora sei servo.