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Taranto martoriata

Disegnava il fumo ribollente
sull'intonsa lavagna dell'urano
d'una fiera produzione l'effigie,
chiamava acciaio economia
financo fors'anche poesia.
Ridevano i prorompenti altiforni
infrangibili sentinelle
si scorgevano le sbuffanti ciminiere
su un mare inconsapevole
di profumare sempre meno di mare.
E il fumo
lento e orfano di freno
a insinuarsi freddo seguitava
nell'indifesa pelle d'una Taranto
che sempre più affannosa e smarrita
tossendo respirava.
Gemiti sordi dall'acqua erompono
con pugnalante, mascherata violenza
di antica ellenica tragedia
la morte, subdola,
picchia perfida sulla porta
ma nulla, nulla da fare,
dove inquinato è il cuore
e il senso del dovere
di chi preservare doveva Taranto
dal morso incandescente e subdolo
di uno strisciante inquinare.
Lacrime di giovani operai
di cui il falso, incontrollato progresso
gli amici, i compagni incenerì,
fotografie scattano sull'orizzonte
intrise di rimpianti e maledizioni,
e un canto intrecciano a corolla
"Taranto, nascesti orchidea per fiorire
e ai soldati di metallo del profitto
mai dovrai consentire
di vergare sul tuo italico volto
l'impronta incancellabile del morire".
Chiede ora supplicante
il libro poliedrico della storia
che una nuova pagina gli sia donata,
produzione che al futuro guardi
da questo traballante presente
senza mandare a morte, una volta ancora,
le persone e l'ambiente.

 

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4 commenti     3 recensioni    

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3 recensioni:

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  • Anonimo il 25/07/2013 08:24
    quella che hai descritto (e che purtroppo non è l'unica) è una realtà di questa Italia in cui funziona solo ciò che interessa ai potenti, e fra queste cose non c'è di certo la salute della gente comune che lavora e che è il vero nucleo di questo paese... sentita... molto bella
  • Vincenzo Capitanucci il 24/07/2013 23:51
    L'Italia... specialmente del sud... muore di tumori... che colpiscono persone sempre più giovani... come se avessero sepellito... fra industrie e tutto il resto... lì tutti i rifiuti tossici del nord...
  • Anonimo il 24/07/2013 20:16
    Taranto martoriata, come tante altre parti d'Italia. Da siciliano mi viene in mente la zona industriale di Priolo e la costa che va da Augusta alle porte di Siracusa.
    Una zona, prima bellissima e oggi devastata, annerita e inquinata dai fumi delle industrie.
    Certo, tanti operai avranno guaagnato un salario, ma a quale prezzo?
    A prezzo non soltanto del loro lavoro, ma anche della loro vita, messa a repentaglio dalle malattie professionali e dal cancro, dell'inquinamento evidente ancor oggi e dei lauti guadagni delle multinazionali senza scrupoli.
    Ricordo che, da bambino, quando si passava nella zona di Priolo Gargallo, una coltre di fumo giallo copriva tutto l'azzurro del cielo e sembrava di trovarsi dentro una zolfatara. E quanti anni è durato ciò? E quanti morti è costato quel progresso? E quanti guadagni hanno fatto sulle nostre spalle gli industriali?
    Lo stesso è per Taranto, che non è l'ultima Taranto d'Italia.
    Buona serata Cristiano!

4 commenti:

  • cristiano comelli il 25/07/2013 15:44
    Ringrazio per l'ampio ventaglio di riflessioni pervenuto che denota grande sensibilità nei miei interlocutori. La chiave di tutto, come credo di avere già specificato, sta nel ritorno all'età aurea in cui, prima di impostare ogni iniziativa di progresso, ci si poneva il problema di stabilire una compatibilità con la natura. Non lo si è ancora imparato, evidentemente. Eppure, dalla tragedia della diga del Vajont in cui duemila persone morirono per l'imperizia e gli errati calcoli di chi creò quel moloch, sono passati quasi cinquant'anni. Ma bisogna proprio arrendersi all'ineluttabilità del fatto che la storia non insegni nulla a chi la vive. La si vive per poi disfarsi dei suoi insegnamenti? Non voglio cedere all'illogicità, oltrechè all'immoralità, di questa conclusione. Cordialità a chi è intervenuto e grazie.
  • essen rosa il 25/07/2013 08:21
    molto apprezzata questa tua..
    Taranto una citta' in sofferenza che tu ben descrivi.. e altre mille Taranto sono sparse in questo paese.. E pensare che i padri costituenti della nostra ''splendida '' costituzione.. avevano posto al centro di ogni loro ragionamento '' l'uomo '' il territorio, il lavoro e il contesto in cui si vive.. asserendo che ogni sviluppo e' possibile nel rispetto dell'essere umano e della sua dignita e nell'amore che si DEVE dare alla terra, all'acqua e atutti gli elementi che generano vita - Ma la rincorsa al progresso, un'economia senza regole, il profito ad agno costo hanno devastato questa nostra ITALIA.. Si pensi a tutte le scorie del nord ammasate al sud.. La Campania e' un colabrodo di rifiuti tossici.. e l'elenco potrebbe allungarsi all'infinito -C'e responsabilita' di tutti in questo scempio.. non ultima la politica... e' GIUNTO IL TEMPO DELLE BONIFICHE.. anche del nostro cervello..
    Grazie per questa lettura Graziano
    Essen
  • cristiano comelli il 24/07/2013 21:34
    Grazie a entrambi. In effetti hai ragione, Salvatore, di Taranto martoriate l'Italia è sinistramente ricolma. Qui è evidentemente un problema di cultura. Io penso che i nostri nonni, diciamo la generazione che mi ha preceduto, avesse consapevolezza della necessità di coniugare il progresso economico e la produzione con il rispetto per l'ambiente. Quando questa consapevolezza si è affievolita l'Italia si è riempita di cancri e di scempi. La politica ha una parte di responsabilità, ma non l'interezza di essa. È anche la coscienza civile dell'importanza di preservare l'ambiente che è andata scemando, indice del degrado a cui l'essere umano ha voluto condannarsi. Non è una strada irreversibile, bisogna cominciare a convincersene e, ovviamente, comportarsi di conseguenza. Fare appello al senso di post generationem nostram, ovvero alla necessità di lasciare ai figli un ambiente da apprezzare, da preservare e in cui vivere felici e armoniosi è una missione cui nessuno di noi può, deve sottrarsi. Mi fa rabbia sentire Enrico Bondi affermare che se a Taranto ci sono state tante morti la causa sia da ricercare nella diffusione del consumo di sigarette. Taranto e le altre città inquinate da una produzione scriteriata nel senso di non legata al rispetto dell'ambiente non merita una simile umiliazione o presa in giro. Si è lasciato che la montagna di inquinamento lievitasse e ora si pretende di rimuovere in un giorno la causa? Non è facile, nelle bacchette magiche non credo più già da tempo immemore. Credo, però, in un rinnovato senso di responsabilità dell'uomo. Che parta, intanto, dall'evitare di dire scemenze allo stato puro alla Enrico Bondi e dal prendere di petto il problema. Il governo Letta, se c'è, batta un colpo, visto che il precedente ministro dell'ambiente Corrado Clini si era limitato a dire che i dati forniti sull'inquinamento esageravano la realtà. Ignorando, invece, ora diciamole tutte, il richiamo del verde Angelo Bonelli (non ne sto facendo una questione di colore politico, espongo i fatti per come si sono svolti) che aveva, esempi alla mano, mostrato quanto ormai ridotto a una latrina inquinata sia il mare di Taranto. Ma la vogliamo salvare, quest'Italia, o lasciamo che scivoli lentamente verso il mare melmoso del degrado, dell'indifferenza o dell'umiliazione altrui? Fratelli d'Italia, l'Italia, a questo riguardo, ancora dorme, altro che s'è desta.
  • karen tognini il 24/07/2013 20:56
    Molto significativa... Taranto inquinata.
    Dove si muore di tumore..
    Bravissimo è un grido di dolore..

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