Porsi
un quesito irrisolvibile
combattere
con la mente
fino alla sfinimento
nel non trovar esauriente risposta
giunge
- quando l'amaro della sconfitta già attanaglia la gola -
un vibrante colpo di gong provocante una separazione nell'essere
nello sdoppiamento di me stesso
- una lucida cosciente forma di schizofrenia ( tornando al senso originario del termine greco ) almeno spero -
l'avversario è a terra
lo guardo
con l'impassibile volto di un testimone estraneo alla faccenda ( faccia di bronzo potreste dire o di bonzo )
con un gioioso cuore pulsante in tutto il corpo
un nuovo "nobile sangue *"
( * non vorrei cadere in un aristocratico pensiero se no dovrei ghigliottinarmi di nuovo la testa meglio definirlo ironicamente socratico )
costituito da concentriche espansibili scintille celesti di fiamme intuitive
mentre
il ventre roccioso della montagna
- cede
dalle miniere i suoi ori
esplodendo sotto la forza di una pressione immensa -
si liquefa
mescolandosi
all'azzurro celeste spumeggiante mare da cui era sorta
torna
ad essere il bianco trasparente silenzio
- rivelato da sempre dalle cime delle sue più alte innevate vette dai ghiacciai eterni ( lentamente sulla nostra terra si stanno sciogliendo quasi come un desiderio-simbolo di voler tornare al mare )
Ora posso tendermi la mano per rialzarmi dall'ombra in cui ero svenuto
- l'incubo-labirinto del divisorio pensiero
è svanito -
la lotta
è finita
luminosamente ondeggiamo insieme negli abissi stellari
l'autore Vincenzo Capitanucci ha riportato queste note sull'opera
non ho seguito la via dello zen preferendo la via del mantra forse per un certo condizionamento cristiano, presenza del divino ma penso che tutte le vie seguite con sincerità conducono a Roma-Amor...