Guardo quelle carte abbandonate sull'asfalto
quelle scoperte, quelle celate
ricordo i numeri e i colori
Ricordo la corsa in macchina, quella del vento
quando sfioravo le foglie che mi tagliavano le dita
guardavo l'assalto degli insetti
alle invitanti lusinghe dei papaveri
l'energia bianca e densa delle onde
alla fine della loro corsa ai miei piedi
il suono dei miei scacciapensieri alle finestre
quando la brezza del tramonto scivolava su quei ninnoli
Mangiavo e bevevo fiumi di sentieri
con la musica alle orecchie perdevo il mio
ritrovandomi sperduta e ansimante
proprio alle spalle di mio padre e la sua tela
giocavo alla conta dei bottoni
in una scatola di latta verde
tutti diversi tra loro mai avrei cucito
perchè perduti da usurate occasioni
Sono stata scelta da un sorriso l'altro ieri
mi fa dolci promesse e poi mi inganna
mi getta via la fantasia e poi
la bacia
forse ci scriverò su
una notte o l'altra
quella in cui guardo la mia mano scomparire
dentro un foglio bianco e profondo