Testa al muro
un coltello affilato colpì il legno
del leggio che lì era appeso,
finestra su ogni libro
e invito al richiamo
Fu allora che persi conoscenza
e guadagnai me stesso
e sull'acciaio il viso
trovò carezza e sostegno
e una ferita dal dolore sacro
una profonda incisione... che divenne luminosa carezza... Bellissima Nicola... quando non ebbi più via d'uscita.. capii che ogni libro è una finestra... ed un invito ad essere... perdere conoscenza per guadagnar sé stesso è il colmo... ma è così... come quando nel sonno si va alla fonte...
L'ermetismo letterario ha i suoi canoni e il suo gusto, sta a noi scoprire il piacere di quest'ultimo. Mi sembra che questi versi siano stati ispirati da un torto inaspettato ricevuto dal poeta. La teta al muro non gli ha permesso di assistere al lancio del coltello, ma ne ha sentito conficcarsi la punta nel legno; forse un richiamo forte e pesante, forse mal gradito, ma poi utile, tanto da trovarne "carezza e sostegno". Una lezione di vita insomma, dura ma utile. Bravo.
uno sfregio che risveglia... e fa zampillare arte... intaglio perfetto... lau
Anonimo il 19/08/2013 21:13
senza dubbio ermetica, quindi indossabile su misura, versi aperti alle fantasie del lettore, piacevole al pensiero di mente aperta, con un guizzo passi dal sacro al profano, rumori arricchiscono la tua ode... mi piace!