A levigare in tondo
Uggia e bigio in seme
sulla rifinitura del tornio
A levigare in cerchio
e poi lieve il tempo
Dita soffici, di fiume e melma
a imprime le sagome e l'ovale
Pollice capovolto a segnare
il cerchio sapido, di fiamma
così perseguito e filato mi sono
cambiata una strada al giorno
La dove l'universo
girovagava oziando
a bandire insetti e pizzicori
con affannose mani a garrire
in assenza d'urgenza
strisce sfregate, estorte
a prodigio di tessuto si
costruivano orazioni
Per l'umano, che s'erigeva
all'intaglio di bordatura racchiusa
Le balze d'una veste alla
terrazza delle speranze
caparbie tinte alle vocali
i verbi e la modulazione
da i muti distanti
Occhi disorientati e lascivi
sulla vorace traccia che si quieta
Claudicanti e alitanti pizzicati
grammatica dei respiri
in sussulti aderendo alla pelle
tremante in soffi molteplici
calcoli di manti di seta e cuore
a dar territorio all'animi
Incessante abbandono in me
in un racconto, genericamente ritorto
che sprofonderà in una
discreta tua voglia a navigare
in un viaggio d'andata e ritorno
Incantata fluidità d'espressioni
che si celano
in varietà di movenze
un me che si fa te
in un parlato silenzio
donna ed uomo
al centro d'una quiete
che s'abbiglia e sveste d'ombra