Con gli occhi chiusi,
ferma come se dormissi,
ti osservo alla finestra
imitando il morto a galla.
È nel mare soltanto, verde
come l'olio, che riesco a vedere
la tua ombra sporgente;
pare un volo lento
d'un gabbiano donnaiolo,
stordito e accecato
dalle vicine luci d'Ischia.
Puoi vederle da lassù
attraverso la finestra
penitenziaria? A te piace
il silenzio, la cozza morente,
il buio caldo del maggio
nostro, quando le isole attorno
già si preparano al Ferragosto.
E io, galleggiando in acqua,
ancora ti spio alla finestra,
piccolo delinquente, ladruncolo,
fantasma carcerario;
o forse scambio il volto tuo
per un gabbiano procidano?