Il poeta canta l'amore perduto,
racconta con sofferente cuore
l'infranto sogno suo.
Inascoltato oggi,
messo da parte.
Viviamo giorni in cui,
la pena d'amor, non viene più accettata.
Amorose danze, in preda al panico
or trasformate in affannose fughe.
Le stelle più non brillan,
la luna, spenta, chiaror non fa.
La bestia che in noi c'è
nel buio amico trova alimento.
Silente si aggira,
tra vizi, perversioni e
becero orgoglio.
Il no di una donna,
contemplato non è,
solo sbeffeggio, sottomissione,
cieca violenza.
Il rifiuto non esiste,
concesso non è.
Tra le sue fauci, l'ego insaziabile
di uomini persi nell'illusione di onnipotenza.
La belva, dalle vittime, vuole solo
eterno assenso, dominio assoluto.
Poi sorella morte, come ultimo sigillo.
Finito lo scempio, azzittite le grida,
lentamente una nuova alba risplende.
Torna la luce, l'aria pulita, la speranza,
ma in un posto qualsiasi, uno dei tanti,
anche oggi,
la rugiada è di rosso colorata...