Mia dolce amata
da che io vidi il tuo tenero viso
non potei più viver senza sperar di rivederlo.
Bianco come la candida rosa del giardino
labbra che timidamente non voller proferir parole
occhi penetranti che fuggivan il mio sguardo.
Ti invio questi timidi versi
perchè tu sappia del mio appassionato amore
confortato nel saper che essi saran tra le tue affusolate mani.
Erano quelli giorni lontani
di amori sinceri di accorate parole
in cui il rispetto era un dovere
l'onore un valore da rispettare.
Piange il mio cuore nel ricordare
ciò che si è perso nel magma del mare
ferite profonde da cui sgorgan quartine
lividi incuranti del male che portano.
Versi sono questi di passato e presente
nel quale si naviga.
Attenzione a noi naviganti a non confonder
il vento di bonaccia con quello di tempesta.