Mondato da inutili orpelli
di sacrosante battaglie
voglio che resti nei miei occhi
la luce rossastra di un
tramonto sul mare
a far da cornice
ai miei giorni futuri,
e non più aspre tenzoni
o spasmi d'ira repressa
a scavare nel magma infuocato,
ma la tenerezza di un bimbo
che dorme tra braccia sicure
o le fusa di un gatto randagio
sul mio grembo disteso.
Colori di un prato in primavera
o di un tappeto di foglie in autunno,
luce del sole abbagliante d'estate
o cime innevate d'inverno,
un quadro di Monet
da guardare di notte
e un flauto traverso
che spacca il silenzio.
E volti, confusi tra tanti,
assorti, sorpresi,
smarriti, ridenti,
sorrisi di bimbi
come gemme preziose,
sguardi sognanti di donne
e rughe di vecchi
scavate dagli anni.
Uno scatto,
e vite fuggenti
si ferman per sempre,
lasciandomi dentro
il loro calore,
l'inebriante bellezza
di storie pulsanti e
il segreto ancestrale
dell'essere vivi.