Poesia intensa e drammatica per la sua oggettività di un sentimento espresso a livello personale, che, di questi tempi purtroppo si propaga come una pandemia. Restare soli per un lutto, considerarlo come un abbandono, oppure per la scelta di una persona che cambia percorso. Sentita e piaciuta.
Oh Ciro che piacere incontrarti. Versi mesti che spalmano, come pennelli pregni di colore su una parete bianca, il vuoto pesante dell'abbandono. Ciao a presto Silvia
Verissimo, l'angoscia dell'abbandono; beato e nobile chi è in grado di trasformarla in risorsa per trovare un nuovo se stesso in grado di ricaricare la sua solitudine per farne di nuovo grembo per nuovi incontri.
Anonimo il 04/10/2013 21:02
Certamente, una sensazione di grande sofferenza, quella dell'abbandono. Forse ci si abitua più alla solitudine che non all'abbandono, sebbene io veda la solitudine come una conseguenza dell'abbandono, anche se non fisico.
la solitudine, da un certo punto di vista, è tutt'altro he negativa... può anzi riempire il vuoto dentro se vista come occasione per ritrovare se stessi... perché è il vuoto che genera la sensazione di abbandono, e quello si allarga indipendentemente dalla quantità di gente intorno.
un amico/a di penna, a noi congeniale, anche se silenzioso/a, ci parla più sonoro di quanto si possa immaginare... in quel caso l'inchiostro può davvero unire più della vicinanza fisica.
proprio bella Arturo!
ti abbraccio
eos