Non temo il suo richiamo
né i suoi grandi occhi di ghiaccio
temo l'arrivare a lui
con una lama conficcata nel petto.
Carceriere in un ghetto
imprigiona ore, minuti,
poi fugge via di corsa
incalzando blasfeme parole.
Sono io il tempo... il potere
da me mai nessuno fugge...
Spesso le sue fauci mi hanno imprigionata,
con conati improvvisi rigettata
nel turbine della vita.
Sospinta nell'aria
nel leggero respiro
rinasco all'infinito
con nuovi deliranti propositi.
Eppur piango ancora
le lezioni non hanno avuto esito, né voto.
È la vita che insegna
è il dolore che logora,
imparare da tutto ciò
rigenera ma modifica,
spirito e anima s'adombrano
cambiando colore.
Ed ora mi chiedo,
se quei barlumi di luce
siano solo chimere,
o lucciole in un prato di speranza...
di teneri germogli
sbocciati sotto piedi di fango.
Sarà l'esito inaspettato
che il tempo concederà
a darmi pace
quel po' di sereno,
tanto agognato, sospirato
" tra le sue lunghe braccia."