All'improvviso il tuo canto
forte, tormentato, seducente,
incurante mi tuffai nel gorgo,
e benché la tua voce mi fosse distante,
riuscii a vederti distesa sul fondale.
Mi chiamavi con un nome non mio,
mi esortavi a baciarti e a lasciarmi andare,
mentre l'acqua s'infiltrava nelle nari,
i polmoni ti reclamavano come l'aria.
O dolce sirena, amante dei sognatori,
dei poeti e dei temerari, non separarti
dalle mie labbra, non scostare i tuoi seni
dal mio battito, perché il mio destino
si compia nella trasparenza delle tue acque.