Saluto l`aurora
che mi sfiora gli occhi,
stendo le membra
e mi raddrizzo il corpo.
Vesto la corazza
sotto la grande quercia,
e con fischio acuto
richiamo il destriero.
Velata è l`aria,
mentre lo sguardo spazia
lungo la radura,
lontano fino a ponente.
Giro le spalle
e miro a levante,
ove madonna aspetta
nel vecchio maniero.
Un sospiro, un pensiero,
una voglia di tornare,
una sorda imprecazione
contro l`eterno errare.
Ma suppliche di gente,
mi chiamano al presente,
mi cingo della spada
e lo scudo imbraccio.
Forza e coraggio,
rimbalzano nel cuore.
Avanti con furore,
a favore d`ogni libertà!
Il compagno si gira,
gl`accarezzo il muso,
gli urlo il mio comando:
Volaaaa.. Bisogna andare!