Alleggiava come tenue respiro
la gaiezza del breve,
soave, ritornello tuo.
"È domenica amor mio!".
Bijou d'un tratto si diveniva.
Emigrar con te,
venerazione mia,
che di gioiello ti tramutavi.
L'esulare noi, sol quello s'aspirava.
Sfavillava il giorno,
epico il notturno.
"Si mio brio, son domeniche!"
Di fiamma tutto roteava,
rossi capi di cerino quale eravamo,
sfregati da vivo desiderio,
fervere condivisione.
Eran domeniche teatro mio,
ma il fato a calato il sipario,
più tesa non è la corda, sé sbiettata.
Di passato posso solo parlare,
del tempo che fu immaginare.
Eran domeniche esclamo,
poiché attore finito di domeniche
m'han trasformato.