Là
dove la libertà stuprata giace,
da germi ignobili di falsa pace,
là
dove l'ugola dell'ortodossa preghiera
recisa fu vigliaccamente
dal coltello ignobile di una sera,
là desidero possa scintillare il mio stilo,
daga che il muro fenda
d'una nuova, strisciante tirannide
travestita da deforme democrazia,
perchè il canto dei giusti risuoni,
perchè il sole sia abbraccio sempiterno
sulla pelle dell'adorata madre e figlia Russia.
Una Pravda lacerante
su di noi cucì il fantasma graffiante della storia,
ma leoni ci riscoprimmo pur feriti
capaci di svergognare le tagliole
di zarismo e stalinismo.
Sono Hanna, amico mio
al tuo coraggio che bussa dentro,
mai non togliere il saluto,
mai dovrai dire addio.
Lo sguardo del cuore
posa sulla mia esile tomba
vi sentirai l'eco delle mie idee di libertà
che sempre
fiera e incrollabile rimbomba.