Disegnano ali d'incenso,
i perimetri di primitive povertà,
che morbide si stagliarono e stagliano,
balsamo di risurrezione,
sulla pelle carta vetrata
di un mondo indifferente.
Francesco aver non volle
ciò che di Dio non profumasse
chè la sola ricchezza a dover contare,
è davvero quella che si può donare.
Osserva, Bernardone
quel figlio
che sol rinnegando i tuoi possessi,
esserti seppe autentico figlio,
vana impresa per te fu,
metter pitoni stritolanti di catene,
al suo cuore,
che volato era ormai
verso il solo, sommo bene,
quello che tutto il tuo oro mai ha visto,
il volto rifulgente e sempiterno
di nostro Signore Gesù Cristo.
Eccoti,
incanto di santa Maria degli Angeli
diadema soave di Porziuncola
ch'occhi di solennità regali al cielo,
perchè da esso piovano ancora,
con la dolcezza di fiori mai recisi,
i versi del Laudes Creaturarum
del santo d'Assisi.
Ride beata ed estasiata la collina
di sempre nuovi concerti di preghiere
ride ebbra del sorriso divino
ricamato dal pontefice argentino;
da Francesco a Francesco,
a risplender torna il mondo che sia mondo,
vedere Dio ch'all'uomo parla
anche nel dolore più profondo.
Dormi, Assisi santa,
chiudi gli occhi su questo fascio di orazioni,
e domani come sempre ti risveglierai,
paradiso di speranza
per tutti color che scelser d'esser buoni.