Mi vedrai.
T'apparirò con il bagliore dorato del sole,
un pomeriggio,
lungo il viale.
Sarà stato lungo il viaggio
per afferrare il tuo sorriso
per ascoltare la tua voce dal vivo:
un sussurro ben più soave d'una brezza d'estate.
Ti condurrò verso la quiete dei giardini
ed assaporerò le tue labbra
dietro un discreto paravento di rami.
Poi inattesa
s'accenderà una magia di fiori schiusi
ed essi accompagneranno i nostri silenzi assordanti,
nel nostro muto colloquio di sguardi.
Ti porgerò la mia mano.
Afferrala.
Stringila forte
ed essa non ti lascerà nemmeno al tramonto
ti rapirà ai sogni
che verseranno altrove il loro incanto.
Io geloso custode dei tuoi occhi,
del tuo sorriso,
visiterò i fondali limpidi
della tua anima
fino a scoprire segreti più occulti,
e i tesori nascosti
da silenzi di luna.
Entrerò in te,
ed in te ancora,
vivrò nell'infinito tuo mondo,
e veglierò la bambina
e amerò la donna,
accarezzerò i suoi capelli,
placherò i suoi timori nel mio abbraccio infinito.
Tu aprirai il tuo scrigno ed io vi porrò il mio cuore.
Conservalo, chiudilo in te, nutrilo del tuo amore.
Sarà tuo in eterno.
Sarà più tuo di quanto appartengano le stelle al cielo,
più tuo di quanto le dita appartengano ad una mano,
perché io senza te sarei naufrago del mio nulla.