Tornerò alle radici del vecchio pioppo sul fiume
e scaverò tra i rotoli della nebbia
per ritrovare tutti i nomi dei miei giochi bambini.
Tornerò alla casa diroccata dei fichi
dove ho lasciato il debito di una promessa
dentro agli occhi proibiti delle civette.
Tornerò sulla strada di Salamanca
a parlare con le cicogne di un vicolo oscuro scomparso
e a raccogliere una ad una le briciole delle mie rughe.
Tornerò alla nostra fermata del tram
per perderlo ancora una volta
e chiamarti
mentre tu al finestrino farai finta di non vedere,
mentre tu farai finta di non sentire.
Tornerò a casa,
forse allora sarò una guardia della regina
impettita nel passo e nelle certezze
o forse sarò un venditore a porta
di lingua sciolta e occhi tristi
oppure sarò solo il vagabondo di sempre
con quella cicatrice spezzata nella mano
e lo zaino gonfio di favole senza finale,
perché non è bastato il tempo,
perché è fuggito il tempo,
perché non c'è più il tempo.