Voi che somigliate al Cielo
quando tempesta promette ed annuncia
e alle acque del mare diventate
altissime onde
e ne avete oggi il nome
Voi pur
sapete che la vita spesso
è un'altera scena dove
giganti e mostri
destano ardimento
e danno la lor temibile voce
ai cavalieri ardenti.
Verrete Voi a liberare il cuore
di chi per timore di procelle
si è impaludato in un tranquillo stagno
prigioniero di luci deboli e fioche?
Il Vostro sguardo ha il colore
vermiglio e rosa del corallo antico
che trattiene nel suo cerchio l'amore
più vivace
Così Voi che tempesta siete sapete
fare della furia un'ardente fonte
e del pensiero virtù
che cancella le acque amare.
Così al Vostro aspro troppo
io mi appello perché del nome possa
poi serbare eterna e dolce Fede.