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Una ragazza è morta
Una ragazza
fugge di casa, si droga... muore!
Ma chi è l'assassino? Chi il colpevole? Chi la causa?
Ma la ragazza!
Eh già: non doveva fuggire; aveva da mangiare, e vestiti, e un tetto... non le bastava?
Che non avesse l'amore non era un problema!
E voi, genitori, dopo aver asciugato le lacrime sarete tranquilli?
Dopotutto non le mancava nulla!
Ma avete mai pensato che poteva soffrire molto più di voi?
Ma avete mai pensato che avesse un mondo interiore tutto suo non peggiore del vostro?
Avete forse risposto con amore al suo bisogno di comprensione?
Ma già, eravate troppo occupati con il lavoro, con i vostri problemi troppo importanti, col vostro egoismo, e non avete mai avuto il tempo di piangere con lei, per un suo dolore!
Dopotutto, una figlia, non ha il diritto di avere un'anima: basta darle da mangiare e imporle la vostra volontà, sempre, tanto è ingenua, non capisce, non ha esperienza... poi comprenderà!
Ora c'è nel mondo una ragazza in meno, ma nessuno se n'è accorto.
Tutti hanno già scordato il proprio pezzetto di colpa.
Padri, mamme, i vostri figli hanno un'anima, anche loro, e hanno fiducia e bisogno di voi: sono voi stessi in una nuova vita!
Accorgetevi che il loro dolore è il vostro!
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l'autore Nicola Lo Conte ha riportato queste note sull'opera
Scritta intorno ai miei 18 anni ma valida ancora oggi, o forse ancor di più, visto lo smarrimento delle nuove generazioni, sempre più disorientate e sole.
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6 recensioni:
- Grazie, Caro Fon, hai perfettamente ragione...
- Grazie, Paola, per il tuo bello e articolato commento... il fatto è che la solitudine, l'incertezza, la mancanza d'amore e comprensione, la sensazione di essere sbagliati, che si insinuano nel cuore dei più fragili, e gli adolescenti facilmente lo sono, crea un muro difficile da superare, soprattutto da parte di genitori, spesso assorbiti da un tipo di vita frenetico, con la necessità spesso di sopravvivere, che lascia poco spazio per l'introspezione e per l'osservazione serena dei loro figli.
Anonimo il 06/11/2013 17:39
Il commento delle 17. 38 è di Paola Collura.
Anonimo il 06/11/2013 17:39
Il commento delle 17. 38 è di Paola Collura.
Anonimo il 06/11/2013 17:38
Anni fa, quando eravamo più giovani era l'epoca degli hippy, della eroina e altro.
Sono stata spesso in contatto con i giovani. Ci sono figli che hanno una buona famiglia e si drogano lo stesso e ci sono figli che hanno genitori separati e magari poco affidabili ma che sono ottime persone...
Alcuni lo fanno per sfuggire la loro realtà, per cattive compagnie o semplicemente per curiosità, per debolezza o ancora per non sentirsi emarginato dalla compagnia e spesso, i genitori non sono al corrente di quello che fanno i loro figli... ricordiamoci che un drogato è anche un bugiardo. Ma i gentori sempre e comunque dovrebbero osservarli da vicino e da lontano, magari senza farsi accorgere, soprattutto gli adoloscenti...
A volte è difficle ascoltarli, riuscire ad entrare nella loro testa, spesso sono proprio loro a non volersi aprire...
Bravo Nicola, bella poesia, offre vari spunti di riflessione.
- Grazie, Caterina... hai ragione... l'ho scritta da ragazzo e figlio, la rileggo oggi da genitore e comprendo tutte le difficoltà insite nel mio attuale ruolo!
- Vero, Alessandro, viviamo in una società malata, che corre, che più non valori e umanità. Grazie per la tua recensione...
- Grazie, Salvatore, concordo con ciò che scrivi. Purtroppo si è perso il valore dell'essere umano a vantaggio dell'apparenza e del denaro.
- Vero, caro Rocco, la medicina, come dici, è nella guarigione della nostra società, sempre più povera di valori.
- Grazie, Vincenzo, bello ed appropriato il riferimento a Vasco.
- Ciao, Vera, grazie per il tuo bel commento! scrivi: "I giovanissimi nella società attuale sono come bambini tra le onde del mare... senza sapere ancora nuotare..." bellissima e significativa immagine
Anonimo il 05/11/2013 08:15
I giovanissimi nella società attuale sono come bambini tra le onde del mare... senza sapere ancora nuotare... Se noi adulti non ci occupiamo seriamente di loro, soprattutto dell'immagine che offriamo come punto di riferimento, ne avremo di morti sulla coscienza! O di anime profondamente malate.
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