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Povero amico mio
Era una speranza,
poi solo ricordo,
poi dimenticanza,
infine solo oblio.
Era tempo fatato,
tutto godimento,
giorni stupendi
spazzati dal vento.
Il compagno sorriso,
sepolto in cimitero,
porte chiuse al "verde"
aperte tutte al "nero".
Un'alba lontana,
ingoiata dal tramonto;
una fase malvissuta,
che presenta il conto.
Non servon i miliardi
ad oggi accumulati,
a saldar le spese
d'amori abbandonati.
La pelle è ruvida,
nessuna l'accarezza,
risalta con le rughe
tutta la stanchezza.
Ahimè, pensava solo
a cercare il successo,
e mise il chiavistello
ad ogni via d'accesso.
Al suo cuore ardente,
donò la sordità,
negandogli per sempre
l'ambita sazietà.
Pensier vola lontano,
riportalo agl'inizi,
per viver altra vita,
che scansi i precipizi.
E tiene le sue tempie
strette tra le dita,
certo più che mai
d'aver sbagliato vita!
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