Nell'oblio tacito, d'ogni aurora
sempre più ferina s'esprime
la chiarezza di ciò che è perduto
Mette in luce un manto di polvere
ma è unica idea consumata
ed io sono danzatore
che indugia sulle punte
con palpito friabile nei palmi
Perpetuamente si danno alla luce
dal gelo i boccioli di Marzo
dopo quell'antro in cui tutto esisteva
Futile d'adesso a ricordare col solito
nastro rossastro
gli orizzonti e i momenti
a frugare
a caccia dell'usuale pensiero
che assolve ogni equivoco
nell'unico silenzio
nel segno d'avvio
e di non riconsegna, probabilmente
M'avvio a purgare i vizi gli errori
che ancora devo perpetrare
con una adunata di chiarore guizzante d'animo