È appena l'aba. S'avvia con passo da maratoneta. Guarda. Lascia l'impronta. Il cuore le dice aspetta vengo anch'io, ti prego aspetta. La volontà è frenata. Le gambe si piegano. Le ginocchia scricchiolano. Dolore perchè mi segui? Forse, avrà vent'anni.
Che dici, il tempo suo è passato. La terra a se l'attira. Non vedi? Il suo passo è lento. Solo il desiderio arde. Aspetta. Aspetta c'è il domani. Passerà, ed io sono ancora qua, fermo come l'olmo a guardare, a sognare, a sperare. Scorre la strada sotto il tallone. Scorre, non si ferma. Nel mio pensiero muta, mentre il piede sulla terra affonda. Il grido di un gabbiano mi risveglia. È il tremonto.