Talvolta il mio agire si basa
su una filosofia di tipo platonica,
per necessità pure fisarmonica.
Con la mia voce emetto suoni,
come suono io.
Ad alcuni arriva la vibrazione
ad altri no (e meno male... mica sempre
anzi ultimamente quasi sempre l'è stonata...)
Ma poi mi trasformo in Epicurèo,
per un malfatto oppure per un agir
godereccio ma nell'essenziale parco.
Il nichilismo la fa da padrone eh, buio,
con il nichel, e voglio sempre aver ragione,
peggio del "Grande dittatore"
palleggiando con una palla di gomma,
col tallone nudo al volo la mando in alto
mi si appiccica come colla al piede,
e si sgonfia che non par neppure più mondo.
Poi nel socratismo più assoluto
capisco non tanto di non sapere
quanto di non capire un accidente,
tra la disarmonia dell'essere
e l'inutilità di certi averi,
che non averli...
si apprezza l'utilità di un piccolo oggetto
E poi l'Ego che mi stiaccia
ma forse è sol sentir, tempo di risacca..
perder il senso della pace che unisce
tutti i colori, le vibrazioni, le manifestazioni..
"Attetto a non metterti tra i facinorosi..."
Come tanti cado spesso, tra note e giorno,
inconsapevole, sotto ipnosi...
e per i sogni, mi manca Jung
non tanto per le sue interpretazioni
ma per ascoltarlo dal vivo,
e provar a prender appunti...
Appunto.