"ma tu non sei la figlia del barbiere?"
ti conosco da quando non ne eri capace,
ho visto i tuoi occhi prima che loro vedessero te
ricordo il cortile il negozio il profumo..
il taglio capace dei lombi che ti diedero vita.
Un cane fedele ovviamente marrone,
correre incontro ad un gesto.
Mi guardi stupita, capisco il tuo disagio,
tu che di me non ricordi che le parole appena pronunciate.
Eppure vederti, che emozione,
il passato che esige il suo tributo,
feroce come quella bestia del destino,
vile come quel cane in cortile...
Sorrido le tendo la mano e con la stessa saluto i ricordi :
il cortile, il negozio, il profumo e il cane marrone sono la pula
che il vento separava dal grano nel cortile della mia infanzia.
Mi arrendo al presente che vince su tutto e con uno sguardo
di immensa gratitudine mi allontano dai suoi occhi che si
stanno chiedendo: chi era quell'uomo..