Ho sporcato un foglio di pesnieri,
non ho resistito...
Ho sporcato la mia mente
di sagaci giocolieri
pieni di sarcasmo,
affinchè l'ironia
deprezzasse ogni mio
più sterile entusiasmo.
Voglio farmi del male,
lacerare ogni tessuto dei ricordi,
ustionare le pupille che hanno udito
l'illusione diventare sorda,
vomitare l'olfatto dalle dita
al tatto dei soliti vecchi cari rimpianti:
pochi dolci, salati tanti.
Ruvido è il piacere
che accarezzo di nascosto,
come la corda d'uno strumento
troppo usato e poi
abbandonato,
dove la ruggine colora fastidiosa
inasprendo il tatto della melodia
spezzata.
Lame taglienti e affilate,
forgiate nelle lontane
mille e una notte -senza permesso-,
brillano eccitate al suono
di quest'ultima sentenza.
Il dolore si consuma lentamente
dentro al camino del passato:
una brace intensa terrà sveglio
questa notte l'attore disperato:
"o sporco un altro foglio, o, Amore,
mi avrai silenziosamente assassinato".