Nulla può la ragionevolezza
nulla l'ultima vana istanza
non compete con quel veleno di dolcezza
la lunga e debita distanza
Quando l'occhio conosce appieno
cosa cela una siepe dal fogliame basso
quando sa il piede
cosa calcare creando un morbido fracasso
le stelle avvicinano siderali lontananze
e diventano perle in gocce d'acqua
un silenzio assordante avvolge intrepido di meraviglia
la scioccante eternità in una sola conchiglia
Il martello del cuore sfugge al cappio
di meri controlli ragionevoli
e folle abbandona il dio pudore
per quel bacio rigetta il morso
e le redini