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Figlio delle stelle
Le ali sono cresciute
con te
ma un cielo di cemento
è un tetto
troppo basso per volare,
trafitto
da un sole senza giorno
da un neon
freddo come il silenzio,
ascolti
i rumori della strada
ignara
delle bocche poggiate
sulla tua
come fiori del male,
delle mani
furtive come ragni
scivolate
sul tuo ventre bianco,
dei peccati
versati al tuo orecchio
come veleno.
Tremano
le tue braccia stanche
al tonfo
dei suoi passi sulle scale,
del drago
padrone del suo antro.
Di fuoco
i suoi occhi accesi,
di lama
le sue dita affamate,
pronte
a mordere il tuo cuore.
Ma è un'armatura
il tuo coraggio d'acciaio
dentro cui
nessuno può trovarti,
dentro cui
sei libero di giocare
e planare
fra lune d'argento
e comete
brillanti come l'oro,
dentro cui
non sei schiavo di un re
padre
divenuto un mercante
tradendo
per venti denari, la tua
innocenza
perduta sotto un ulivo.
Giuda
che ancora non sa
che sei
fuggito via, oltre le aurore
oltre
i tramonti sconosciuti
oltre
l'indifferenza della città
oltre
chi non sa vedere
al di là
del proprio giardino.
Tu crocifisso
da chi ti ha dimenticato
adesso
ci guardi e ancora sorridi
tu adesso
ci osservi e ancora perdoni
tu adesso
che sei nell'irraggiungibile
figlio delle stelle.
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