- Persa
l'onda
nella discarica dei porti
i gabbiani
si nutrono
di piccioni e di sorci morti -
Oggi
come una immensa nazione
a me estranea
muto
è
il Tuo corpo
di quell'ardore divino
che a tratti ci confuse in una promessa di paradiso
dalle vigne dei Tuoi seni non scorre più latte
ma un liquido rosso
troppo simile al sangue
l'agnello della Tua anima
Israele
Tu che fosti nome d'uomo e gazzella di un canto
non ha più voce
nei Tuoi occhi non volano più benedette colombe né rami di ulivo
del tempio rimane solo il muro di un pianto
da cui non trapela più con lamenti di atroce ghetto
la croce degli innocenti
Oggi
in scopa di saggina
son finite tra vecchi e nuovi anni le vacanze natalizie
ma dimmi Tu
cosa resta
negli occhi del mondo
se non un inascoltato deserto
del nostro solare natale e della Tua lunatica Pasqua
un "sorgo volgare"
un reliquario
di stelle
che fra addome e bacino ci addomestica tutti