La lingua
dei ricordi
è
un sole senza mani
è
una terra argillosa
infranta
che non può più essere arata
è
un amore senza cuore un albero senza linfa un giorno senza luce un deserto senza oasi un mare senza onde
l'arido letto di un fiume prosciugato nelle sue sponde
dove fiorivano
fra i lilla
le rose
gli echi bambini si rincorrevano nel vento delle parole gioiosi d'amore
fra biciclette prati e more
la terra ad ogni passo c'era amica plasmava dolcezze in forme sempre nuove
Ora
rimane solo un freddo solco aperto
il solco di un viso che col tempo si è asciugato dentro al corpo
lo avverto nell'anima
come un seme fiorito ma nel respiro mai sbocciato
con tanti cocci di ceramica sbalorditi di essersi spezzati in piccole frantumate lacrime senza valore
l'autore Vincenzo Capitanucci ha riportato queste note sull'opera
la terra c'era... Amica... ceramiche Nicola... fu tutto il resto che non ci fu..