leggenno a parabbola de lu vangelu
dellu ciecu che ar SIGNORE
chiese de libberà l'occhi sui dar velo
de a cecità,
me vene da pensà
che stu purittu
avenno riavutu a grazia
dar vedè,
se sia poi pentitu perchè
ordre a scrutà
e meravije der creatu
li culuri che tanto avia sugnatu
avennoce occhi novi anche ner core
s'accorse anco dellu male
che l'omini erano soliti fare
e de come schiavi de e passioni
se divenna superficiali,
ipocriti, quasi vestiali...
Cuscì ora che cia l'occhi aperti
ridia però a denti stritti
e quasi bestemmianno
per a ricevuta grazia
dicia spessu:
mejo esse ciecu
che vedè a miseria umana,
granne disgrazzia "!
traduzione
leggendo la parabola nel vangelo del cieco che al Signore chiese di liberarlo dalla cecità, mi viene da pensare che questo povero, avendo ricevuto la grazia di vedere si sia poi pentito,
perchè oltre a constatare la meraviglia dl creato, i colori che sempre aveva sognato, avendo occhi nuovi anche nel cuore, si accorse anche delle azioni malvagie che l'uomini son soliti fare e come, schiavi delle passioni diventano superficiali, ipocriti, bestiali.
così ora che aveva gli occhi aperti, sorrideva a denti stretti, e quasi bestemmiando per la ricevuta grazia, spesso diceva-meglio esser cieco, che veder la miseria umana, grande disgrazia!-